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L’avvocato Jeff.

Jeff é un avvocato soddisfatto del suo lavoro.

Jeff non confeziona o diffonde meme ogni volta che arriva agosto per lamentarsi stupidamente di nuovo dei suoi clienti, peraltro
dimostrando di non saper scrivere correttamente in Italiano, cosa che per ogni avvocato, che lavora di base col linguaggio, é al contrario indispensabile.

Jeff lavora un po’ anche durante le vacanze per continuare a dare ai propri clienti le risposte di cui hanno bisogno o organizza il suo studio in modo che ci sia chi lo sostituisce.

Sii come Jeff o, se proprio non ci riesci, almeno non dimostrare a tutti per iscritto quanto sei asino.null

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O che bel mestiere fare il comparsista.

Stamattina lavoro un’oretta come «attista» o «comparsista» per un collega.

É una cosa che faccio con piacere con i colleghi con cui c’è una certa risonanza a livello di metodi, visioni e così via.

In effetti, separare le varie fasi del lavoro forense può essere utile e funzionale.

Con i miei clienti, ad esempio, il mio metodo é quello di scrivere quasi sempre gli atti insieme a loro, cosa che, se da un lato rende il lavoro sicuramente più difficoltoso, dall’altro consente di redigere atti molto più ricchi, in quanto nessuno conosce il suo caso con più dettagli del cliente.

Per contro, ci sono atti più tecnici, o esclusivamente tecnici, come ad esempio l’atto di precetto, ma anche il ricorso per cassazione quasi sempre, che possono essere benissimo scritti senza l’apporto diretto dell’assistito, che, a riguardo, avrebbe molto poco da dire.

Detto questo, per lavorare come comparsista, oggi, ci sono strumenti tecnologici eccezionali che consentono di svolgere questa attività senza che né il committente né il collaboratore si debbano spostare. Un tempo, infatti, bisognava trovarsi e consegnare un fascicolo cartaceo, con tutti i problemi che ne potevano derivare; ritrovarsi poi per valutare le varie bozze e così via fino alla chiusura dell’atto.

Oggi é sufficiente una prima sessione zoom in cui il «committente» illustra le caratteristiche del caso, dopodiché si può lavorare tranquillamente, ad esempio, usando una cartella condivisa di dropbox, dove il collaboratore scrive e ordina i documenti da produrre e il committente può vedere il progresso del lavoro «in tempo reale», fino alla chiusura dell’atto, che può essere direttamente preso e depositato.

Se sei un avvocato giovane, il fenomeno dell’outsourcing nella redazione degli atti ti può interessare sotto due profili.

Innanzitutto, per la possibilità di delegare uno o più atti ad avvocati con più esperienza, e, si spera, competenza, come me, ma anche tanti altri, magari per le pratiche in cui ti senti meno sicuro e dove staresti più sereno e tranquillo con un apporto esterno. Quasi sempre basta dividere, in qualche percentuale, il preventivo fatto al cliente, senza dunque avere nessuna spesa in più, ma rinunciando ad una parte di guadagno.

Oltre a ciò, se sei bravo a scrivere atti giuridici, al contrario, potrebbe essere per te una interessante opportunità di lavoro, anche per conoscere casi e fascicoli che nella tua pratica legale avresti raramente occasione di conoscere.

Rock n’ Roll

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Blog e avvocati: una combinazione vincente.

Il blog per fare demand generation.

In questo post ti spiego perché, se sei un avvocato, devi avere e aggiornare periodicamente un tuo blog, in cui parli del tuo lavoro, del modo in cui lo affronti e di quali sono i tuoi «trucchi» del mestiere.

Benvenuti nel mondo degli avvocati 2.0! Oggi, essere un bravo professionista non basta più: devi saper usare internet per trovare clienti.

Come fare? Semplice, apri un blog. Ma non uno qualsiasi, bensì uno in cui parli della tua attività e delle tue esperienze. In questo modo, potrai raggiungere un pubblico più ampio e dimostrare la tua competenza in materia.

Ma attenzione: non scrivere solo di diritto, ma anche di cose interessanti per il tuo pubblico. Ad esempio, puoi parlare di casi strani, di situazioni divertenti o di vicende che hanno fatto la storia della giurisprudenza. Insomma, fai in modo che il tuo blog sia anche un po’ di intrattenimento.

E poi c’è il vantaggio SEO. Scrivere costantemente sul tuo blog ti aiuterà a posizionarti meglio sui motori di ricerca. In questo modo, chi cerca un avvocato nella tua città potrà trovarti più facilmente.

Non dimenticare poi di diffondere i tuoi articoli sui social network. Condividili su Facebook, Twitter e LinkedIn. In questo modo, avrai un’ulteriore possibilità di farti conoscere e di trovare clienti.

Ma il blog non serve solo per attirare nuovi clienti. Puoi anche usarlo per fidelizzare quelli che già hai. Scrivendo articoli interessanti e utili per i tuoi clienti, potrai far loro capire che sei un professionista attento e competente.

E poi c’è la possibilità di creare una community attorno al tuo blog. Puoi interagire con i tuoi lettori, rispondere alle loro domande, fornire loro consigli. In questo modo, potrai creare un rapporto di fiducia e di stima con loro.

Un altro vantaggio del blog è la possibilità di dimostrare la tua specializzazione in un determinato settore. Se sei un avvocato specializzato in diritto del lavoro, ad esempio, puoi scrivere articoli su questo argomento e dimostrare la tua conoscenza della materia.

Inoltre, il blog ti offre la possibilità di mostrare la tua personalità. Puoi scrivere in modo ironico, raccontare aneddoti divertenti, mostrare la tua sensibilità. In questo modo, potrai distinguerti dagli altri avvocati e creare una maggiore connessione con il tuo pubblico.

Insomma, aprire un blog può essere un’ottima scelta per un avvocato che cerca nuovi clienti. Non solo ti aiuterà a farti conoscere, ma ti offrirà la possibilità di dimostrare la tua competenza, di fidelizzare i tuoi clienti, di creare una community attorno a te e di distinguerti dagli altri professionisti. E allora, cosa aspetti? Apri il tuo blog e comincia a scrivere!

Se non sai come fare o da dove partire, ti aiuto io. Di solito, con una o due ore puoi già avere un blog on line in cui puoi scrivere i tuoi post, anche uno alla settimana o al mese può portarti risultati. Chiama il numero 059 761926 per prenotare la tua prima sessione.

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8 cose sulla podcast playlist di Fare l’avvocato é bellissimo.

1) É una raccolta, che aggiorno man mano, di episodi di podcast che ritengo utili o interessati per gli studenti del mio coaching «fare l’avvocato é bellissimo» e, comunque, per tutti gli avvocati.

2) É mantenuta con podurama, che é al momento la mia applicazione di riferimento per ascoltare i podcast, ma é visibile anche tramite web, senza bisogno di aver installato podurama.

3) Ti consiglio tuttavia di installare podurama, in modo da essere avvisato quando inserisco una nuova puntata nella playlist.

4) Podurama é una applicazione multipiattaforma, funziona sia con Mac che con Windows, sia con iOS che Android, inoltre c’è persino una versione web per chi non vuole installare niente: in questo ultimo caso, é comunque possibile registrarsi.

5) Le puntate che inserisco nella playlist possono essere rilevanti sotto il profilo del marketing, del counseling o dell’utilizzo delle tecnologie, che sono i tre pilastri del mio coaching per gli avvocati, oppure possono essere novità normative particolarmente interessanti o ben illustrate.

6) Iscriversi alla podcast playlist di fare l’avvocato é bellissimo é e sarà sempre completamente gratuito.

7) Al momento non è possibile seguire le playlist di podurama via feed rss, né via mail, ma può essere che questa funzione venga implementata in futuro.

8) Se sei un avvocato, ti consiglio di iscriverti e di ascoltare le puntate che riesci: i podcast sono un’ottima occasione per divertirsi e imparare qualcosa mentre si sta facendo qualcos’altro come guidare, cucinare, sistemare la casa e così via.

La playlist si trova a questo indirizzo:

https://podurama.com/playlist/fare-l’avvocato-e-bellissimo-iH6oIDQIjPDpRrr1V6rVw

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riflessioni

Selvaggia e gli avvocati.

La Lucarelli é una persona con quale mi trovo quasi sempre in dissonanza e che spesso finisco per vedere come un po’ volgarotta, per come si pone, come si esprime e per la scelta delle tematiche.

Qui l’errore é non capire, non sapere, ignorare che senza un avvocato nemmeno uno come Priebke, e questo lo dico a prescindere totalmente dal merito, si sarebbe potuto processare e si sarebbe stati costretti a rimetterlo semplicemente in libertà.

Questa é una nozione veramente elementare e di base che una che intende essere giornalista e parlare di avvocati, ma anche di giustizia, dovrebbe possedere.

Un corollario necessario di ciò é che un avvocato non può mai essere giudicato per la supposta mancanza di qualità morali del suo assistito, altrimenti arriviamo allo stesso livello mentale di quella che una volta mi fece un esposto disciplinare perché – a suo dire, ma poteva essere anche vero, non avrebbe fatto alcuna differenza – «difendevo un truffatore».

Esiste un libro, la costituzione, che dice che la difesa tecnica deve essere assicurata a tutti.

Ora, il concetto di tutti necessita forse di qualche illustrazione? O non è forse chiaro di per sé?

Oltre a questo, c’è bisogno di spiegare come mai la difesa tecnica sia giustamente concessa a tutti o hai già capito che prima di fare il processo, per cui – di nuovo – serve la difesa, non si può dare alcun giudizio di meritevolezza o meno, perché per quello serve appunto prima il processo?

Un avvocato che stimo molto é Fulvio Croce. Ha difeso dei brigatisti rossi e, per poter essere avvocato anche in quell’estremamente scomodo frangente, ha pagato un prezzo molto caro.

Non lo ha pagato per i suoi assistiti, lo ha pagato solo per onorare la sua, la nostra professione e la legge italiana.

Vatti a leggere la sua storia su wikipedia.

Un legale che assume la difesa di una persona invisa alla maggior parte delle persone merita solamente ammirazione, perché dimostra di possedere una qualità essenziale e necessaria per fare questo lavoro: l’anticonformismo e l’indipendenza dal giudizio altrui.

Ho parlato di questa qualità in un recente post in cui ho recensito il film «Thank you for smoking», che puoi leggere qui.

Questa volta la Lucarelli ha scritto una cosa un po’ troppo ignorante, un po’ troppo volgare e un po’ troppo banale e scontata, anche per essere una cosa scritta da lei.

Fai sempre molta attenzione a quello che ti metti in testa.

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consigli

Il film di avvocati per eccellenza non è un film di avvocati.

Di tutte le pellicole di ambientazione forense, alcune delle quali estremamente pregevoli, accurate e belle da guardare, l’opera che mostra più di tutte cosa significhi fare l’avvocato é questa, che non ha avvocati per protagonisti.

La vicenda riguarda infatti un gruppo di lobbisti del tabacco, gente pagata per promuovere il consumo di sigarette ed altri prodotti analoghi, oggi ovviamente, a seguito delle note campagne antifumo e del politicamente – e soprattutto sanitariamente – corretto, visti con assoluto fastidio, biasimo e disprezzo dall’uomo medio contemporaneo.

Il lavoro di questi lobbisti mostra una realtà condivisa con il lavoro degli avvocati, la cui qualità principale resta sempre la capacità di essere anticonformisti e la devozione alla verità, sia pur quella, piccola, del caso da loro seguito, rimanendo scevri da condizionamenti esterni, tendenze e mode, a costo di affrontare biasimo generale e solitudine.

Una sensazione che ho provato in modo molto chiaro, ad esempio, quando ho assunto la difesa di quella persona che aveva violentato una donna qui a Vignola.

Ma l’ho fatto volentieri, con piena convinzione, e lo rifarei mille volte: fare questo mestiere significa accettarne gli onori, peraltro sempre più scarsi, ma anche gli oneri, quando capitano. O almeno averne la capacità o essere disposti ad assumerli, altrimenti meglio cambiare mestiere.

Le persone non sanno che senza un avvocato non si può fare nessun processo e che senza processo non si può mettere in carcere nessuno, per cui un legale é necessario anche per incarcerare le persone.

Non è solo che non lo sanno. É più che non lo vogliono sapere. Per la gente, la giustizia non è un sistema che garantisce processi equi, ma semplicemente un apparato che faccia quello che la gente ha
intimamente deciso – solitamente l’ergastolo e solo perché non si può più linciare – e che lo faccia in tempi brevi, perché aspettare il compiersi di apposite procedure é una perdita di tempo e comunque da mammolette.

Così fare l’avvocato significa non solo mettersi contro altri avvocati, magistrati, ma spesso diventare impopolare presso la gente comune, quella che non può e soprattutto non vuole capire il valore del tuo andare controcorrente.

Pro veritate adversitatem diligere: se vuoi fare questo mestiere devi avere un’alta devozione alla verità, o quantomeno considerazione del gesto di chi si rivolge ad ascoltare e tentare di aiutare anche un reietto che gli altri vorrebbero solo veder sparire per sempre, tanto da sviluppare addirittura il piacere di affrontare le avversità che da tale devozione, o chiamata, derivano.

Per tutti gli altri c’è il concorsino.

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