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Cartabia civile: il testo da acquistare.

Note dell’episodio.

In questo contenuto, ti presento il libro che ho prescelto come guida per affrontare la riforma Cartabia civile, di cui ho parlato già in un altro contenuto.

Se preferisci guardare il video, lo trovi qui, nel canale YouTube di «fare l’avvocato è bellissimo», al quale ti invito ad iscriverti.

Ti lascio tutto nei riferimenti.

Riferimenti.

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I blog utili per ogni avvocato.
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Tiziano Solignani, avvocato cassazionista, counselor, coach per avvocati, scrittore. Vivo e lavoro a Vignola, provincia di Modena. Puoi vedere tutte le mie risorse digitali e il mio mondo di contenuti qui.

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Sul mercato per un nuovo portatile?

Scrivo questo post per tutti quelli che mi chiedono quale computer prendere.

Se devi prendere un nuovo computer, la scelta migliore attualmente é l’Air della Apple con m1. Ti lascio in link in fondo al post. Tra l’altro oggi è in offerta su Amazon, che, almeno come servizio, é sempre la scelta migliore per acquistare.

Se non hai esigenze specifiche, e ti serve per un uso di tipo generalista, non puoi trovare niente di meglio.

Nemmeno come prezzo, che forse ti può apparire alto mentre invece è bassissimo considerando la qualità dei materiali e del progetto, una batteria dalla durata incredibile, la disponibilità di un sistema operativo meraviglioso come MacOS, tante altre caratteristiche ma soprattutto la durata nel tempo di un investimento del genere.

A questo ultimo riguardo, ti posso dire che il mio ultimo Air, un 11 pollici del 2012, l’ho usato in studio, come mia macchina principale di produzione, fino al mese scorso, quando l’ho sostituito, dopo oltre dieci anni, con un Air M1 come quello che consiglio qui.

Dunque, i Mac costano molto meno dei PC, se guardi la cosa dall’alto e lungo tutto il periodo di utilizzo. Usare una macchina 10 anni significa pagare meno di 100€/anno per il suo utilizzo, praticamente niente.

Se non hai proprio il denaro a disposizione, prendi un Chromebook. Ma un portatile Apple é meglio, potendo.

https://amzn.to/3daU1Ft

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Mail di libero: dove vuoi andarci?

Ho spedito stamattina la diffida a Italiaonline per il down di libero per conto di un cliente aziendale.

Sono almeno dieci anni che dico che non si può avere un account di libero o di virgilio per usi professionali, sia per ragioni di adeguata rappresentanza (ogni imprenditore dovrebbe disporre di un dominio proprio) sia per ragioni di affidabilità tecnica.

La realtà è che c’è da stupirsi che queste problematiche non si siano presentate prima.

Forse bisogna smettere di pensare che il mondo del digitale funzioni secondo logiche magiche, diverse da quelle del mondo tradizionale e reale.

Una delle regole che nonostante tutto funziona anche, e ormai soprattutto, nel digitale é quella per cui you get what you pay for: il livello di servizio che ottieni é sempre proporzionato a quanto spendi per lo stesso.

Da un account mail gratuito dato a cani e porci che aspettative di affidabilità ti saresti potuto attendere?

Per non dire del fare business con email del tipo
uragana73_1@libero.it, che già qualche campanello nella testa te lo dovrebbero aver fatto suonare, almeno tutte le volte che lo dovevi dettare al telefono.

Persino io stesso, che non uso più la mail da oltre un anno (una delle decisioni migliori della mia vita), ho conservato un account professionale per quelle pochissime residue cose per cui mi serve, per lo più a scopo di identificazione e accesso ai sistemi informatici, proprio per non trovarmi nelle condizioni degli utenti di libero che adesso, se non ricordano più una password (non voglio infierire, ma: niente di più facile, visto il livello di consapevolezza tecnica) per accedere ad un sito web non possono più rigenerarla perché hanno perso l’accesso alla casella di mail e quindi sono condannati a stare fuori dal sito finché quelli di italiaonline non riaprono.

Non siamo più negli anni 90 quando internet era un bel giochino, usavi 20 minuti del tuo tempo per scaricare la foto di un culo col modem a 14.400 e ti creavi un simpatico e trendy indirizzo
belopizelone@jumpy.it.

Adesso il digitale é un sistema di asset fondamentali che ti sono indispensabili sia per la tua vita personale che per quella
professionale e che ti devi rassegnare a seguire e mantenere con estrema cura.

Se hai una partita IVA non puoi non capire queste cose.

Te lo ripeto: se hai una partita IVA e non capisci queste cose chiudila e vai a lavorare al catasto.

Anche a me sta sui coglioni il digitale, ma questa è l’epoca in cui siamo chiamati a vivere e non possiamo non farci i conti.

Chi riuscirà a farli per primo anzi ne sarà molto avvantaggiato rispetto a tutti gli altri.

Spero che il tuo senso di imprenditore o professionista si sia risvegliato leggendo questo post.

See you down the road.

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Furto dati lastpass: una lezione di sicurezza.

Un gestore di password é una specie di cassaforte dove metti tutte le chiavi di accesso alle tue case che poi chiudi con una chiave singola, definibile come principale (master password).

Pochi usano un gestore di password, finendo per usare sempre la stessa password per tutti i siti cui accedono, ma questa è una scelta sbagliatissima: se tu avessi 50 case e usassi la stessa chiave per tutte, un ladro che ti rubasse quell’unica chiave ti potrebbe svuotare tutte e 50 le case.

Questo é quello che succede anche nel mondo dei computer. Se tu usi la password “pippo” collegata alla tua mail peppe@gmail.com in tutti i siti in cui ti iscrivi, un qualsiasi criminale informatico potrebbe facilmente rubarti dei soldi.

Tra le centinaia di siti cui ti iscrivi, ce ne sarà sicuramente uno in cui la sicurezza informatica é curata come il razzo. I criminali entrano e vedono che sei registrato in quel sito, di cui magari tu stesso ti eri dimenticato, con la favolosa coppia di credenziali peppe@gmail.com + pluto.

A quel punto cosa fanno?

Siccome loro lo sanno che sei deficiente, prendono quella coppia di credenziali e con la stessa provano ad accedere al tuo account amazon, ad esempio, o paypal e, se appunto sei stato così imprevidente, ti svuotano il conto.

Dunque, la prima lezione é che non bisogna MAI usare la stessa password in più di un sito o, per converso ed in altri termini, che ti devi inventare una password diversa per ogni sistema informatico presso cui hai un account.

Le password, ovviamente, non solo devono essere difficili da ricordare, ma addirittura impossibili: devono essere lunghe, contenere lettere minuscole, lettere maiuscole, cifre, simboli e caratteri speciali.

Questa é la seconda lezione. Non è che vuoi mettere una volta “pippo”, l’altra “pluto”, poi “topolino” e così via.

A questo punto, ti serve necessariamente un portachiavi.

Non é pensabile che tu possa ricordare a memoria centinaia di password impossibili da ricordare, non é nemmeno pensabile che tu le scriva tutte su un quadernino: non é né comodo (che fai te lo porti dietro dappertutto?) né neanche lontanamente sicuro (é scritto in chiaro e te lo possono rubare in qualsiasi momento).

Una volta che hai capito che un gestore di password é necessario, non è comunque finita qui: ci sono delle cose ulteriori da vedere in ordine alla scelta dello stesso.

Perché anche un gestore di password può essere craccato dai criminali e allora potrebbero essere razzi estremamente amari, perché in quel caso non ti avrebbero preso solo una chiave, ma tutte le tue chiavi.

Se succedesse questo, dunque, saremmo daccapo, nella situazione in cui hai una chiave identica per tutte le tue case, rubata quella hai perso il contenuto di tutte.

Nei mesi scorsi c’è stata un’intrusione con furto di dati in uno dei più celebri gestori di password: lastpass.

Purtroppo, lastpass conserva i dati dei suoi clienti sui suoi server negli Stati Uniti, così i ladri hanno potuto fare copie delle intere cassaforti di molti clienti, con tutti i loro dati all’interno.

Grazie a Dio, quei dati sono non in chiaro, ma crittati, per cui occorre comunque una master password per aprirli.

I delinquenti naturalmente ora stanno provando ad aprire le cassaforti di dati che hanno rubato, con la conseguenza che i clienti di lastpass che avevano scelto una password complessa possono probabilmente stare al sicuro, mentre quelli che come password avevano scelto «pippo» fanno meglio a iniziare subito a cambiare le credenziali di tutti i sistemi informatici che avevano inserito dentro a lastpass.

Quando ho dovuto scegliere il gestore di password e di dati per il mio studio legale ho valutato un po’ quello che offriva il mercato e mi sono rifiutato di prendere lastpass come fornitore proprio perché i miei dati sarebbero stati conservati sui loro server.

Ho scelto un altro gestore di password che non conserva nessuno dei miei dati sui loro server. I dati rimangono solo sulle mie macchine e si sincronizzano tra loro senza passare dal server del gestore e, se lo voglio, anche semplicemente tramite rete locale.

Questo rende molto più difficile l’eventualità che i miei dati, e quelli dei miei clienti, mi possano venire rubati.

Che cosa ci insegna tutta questa vicenda?

Ci sono tanti messaggi importanti da portare a casa:

  • non usare mai la stessa password per più di un sito;

  • rassegnati ad usare un gestore di password;

  • crea ed usa una master password complessa;

  • scegli un gestore di password che non conserva la tua cassaforte sui suoi server;

  • se sei cliente: quando scegli un fornitore, scegli un’azienda o un libero professionista che é in grado di avere una sana ed effettiva gestione della sicurezza, altrimenti i tuoi dati potrebbero finire in pasto a cani e porci;

  • se sei avvocato, altro libero professionista o imprenditore: la sicurezza informatica é la prima cosa da guardare oggigiorno, se non sei capace di gestirla chiudi bottega e vai a lavorare sotto padrone che é meglio; se usi strumenti informatici devi essere in grado di garantire la sicurezza dei tuoi clienti e che non ci siano né perdite né tantomeno forti di dati.

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8 cose sulla podcast playlist di Fare l’avvocato é bellissimo.

1) É una raccolta, che aggiorno man mano, di episodi di podcast che ritengo utili o interessati per gli studenti del mio coaching «fare l’avvocato é bellissimo» e, comunque, per tutti gli avvocati.

2) É mantenuta con podurama, che é al momento la mia applicazione di riferimento per ascoltare i podcast, ma é visibile anche tramite web, senza bisogno di aver installato podurama.

3) Ti consiglio tuttavia di installare podurama, in modo da essere avvisato quando inserisco una nuova puntata nella playlist.

4) Podurama é una applicazione multipiattaforma, funziona sia con Mac che con Windows, sia con iOS che Android, inoltre c’è persino una versione web per chi non vuole installare niente: in questo ultimo caso, é comunque possibile registrarsi.

5) Le puntate che inserisco nella playlist possono essere rilevanti sotto il profilo del marketing, del counseling o dell’utilizzo delle tecnologie, che sono i tre pilastri del mio coaching per gli avvocati, oppure possono essere novità normative particolarmente interessanti o ben illustrate.

6) Iscriversi alla podcast playlist di fare l’avvocato é bellissimo é e sarà sempre completamente gratuito.

7) Al momento non è possibile seguire le playlist di podurama via feed rss, né via mail, ma può essere che questa funzione venga implementata in futuro.

8) Se sei un avvocato, ti consiglio di iscriverti e di ascoltare le puntate che riesci: i podcast sono un’ottima occasione per divertirsi e imparare qualcosa mentre si sta facendo qualcos’altro come guidare, cucinare, sistemare la casa e così via.

La playlist si trova a questo indirizzo:

https://podurama.com/playlist/fare-l’avvocato-e-bellissimo-iH6oIDQIjPDpRrr1V6rVw

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Il film di avvocati per eccellenza non è un film di avvocati.

Di tutte le pellicole di ambientazione forense, alcune delle quali estremamente pregevoli, accurate e belle da guardare, l’opera che mostra più di tutte cosa significhi fare l’avvocato é questa, che non ha avvocati per protagonisti.

La vicenda riguarda infatti un gruppo di lobbisti del tabacco, gente pagata per promuovere il consumo di sigarette ed altri prodotti analoghi, oggi ovviamente, a seguito delle note campagne antifumo e del politicamente – e soprattutto sanitariamente – corretto, visti con assoluto fastidio, biasimo e disprezzo dall’uomo medio contemporaneo.

Il lavoro di questi lobbisti mostra una realtà condivisa con il lavoro degli avvocati, la cui qualità principale resta sempre la capacità di essere anticonformisti e la devozione alla verità, sia pur quella, piccola, del caso da loro seguito, rimanendo scevri da condizionamenti esterni, tendenze e mode, a costo di affrontare biasimo generale e solitudine.

Una sensazione che ho provato in modo molto chiaro, ad esempio, quando ho assunto la difesa di quella persona che aveva violentato una donna qui a Vignola.

Ma l’ho fatto volentieri, con piena convinzione, e lo rifarei mille volte: fare questo mestiere significa accettarne gli onori, peraltro sempre più scarsi, ma anche gli oneri, quando capitano. O almeno averne la capacità o essere disposti ad assumerli, altrimenti meglio cambiare mestiere.

Le persone non sanno che senza un avvocato non si può fare nessun processo e che senza processo non si può mettere in carcere nessuno, per cui un legale é necessario anche per incarcerare le persone.

Non è solo che non lo sanno. É più che non lo vogliono sapere. Per la gente, la giustizia non è un sistema che garantisce processi equi, ma semplicemente un apparato che faccia quello che la gente ha
intimamente deciso – solitamente l’ergastolo e solo perché non si può più linciare – e che lo faccia in tempi brevi, perché aspettare il compiersi di apposite procedure é una perdita di tempo e comunque da mammolette.

Così fare l’avvocato significa non solo mettersi contro altri avvocati, magistrati, ma spesso diventare impopolare presso la gente comune, quella che non può e soprattutto non vuole capire il valore del tuo andare controcorrente.

Pro veritate adversitatem diligere: se vuoi fare questo mestiere devi avere un’alta devozione alla verità, o quantomeno considerazione del gesto di chi si rivolge ad ascoltare e tentare di aiutare anche un reietto che gli altri vorrebbero solo veder sparire per sempre, tanto da sviluppare addirittura il piacere di affrontare le avversità che da tale devozione, o chiamata, derivano.

Per tutti gli altri c’è il concorsino.

Chiama il numero 059761926 per prenotare la tua call gratuita sul mio coaching per avvocati.

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Telegram premium: converte i vocali.

La gente ama talmente tanto i vocali che é disposta a pagare per avere la versione testo da poter leggere come un normale messaggio.

Questa cosa, comunque, é interessante per chi come me crea podcast e può usare questo sistema per avere una trascrizione delle puntate.