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Mail di libero: dove vuoi andarci?

Ho spedito stamattina la diffida a Italiaonline per il down di libero per conto di un cliente aziendale.

Sono almeno dieci anni che dico che non si può avere un account di libero o di virgilio per usi professionali, sia per ragioni di adeguata rappresentanza (ogni imprenditore dovrebbe disporre di un dominio proprio) sia per ragioni di affidabilità tecnica.

La realtà è che c’è da stupirsi che queste problematiche non si siano presentate prima.

Forse bisogna smettere di pensare che il mondo del digitale funzioni secondo logiche magiche, diverse da quelle del mondo tradizionale e reale.

Una delle regole che nonostante tutto funziona anche, e ormai soprattutto, nel digitale é quella per cui you get what you pay for: il livello di servizio che ottieni é sempre proporzionato a quanto spendi per lo stesso.

Da un account mail gratuito dato a cani e porci che aspettative di affidabilità ti saresti potuto attendere?

Per non dire del fare business con email del tipo
uragana73_1@libero.it, che già qualche campanello nella testa te lo dovrebbero aver fatto suonare, almeno tutte le volte che lo dovevi dettare al telefono.

Persino io stesso, che non uso più la mail da oltre un anno (una delle decisioni migliori della mia vita), ho conservato un account professionale per quelle pochissime residue cose per cui mi serve, per lo più a scopo di identificazione e accesso ai sistemi informatici, proprio per non trovarmi nelle condizioni degli utenti di libero che adesso, se non ricordano più una password (non voglio infierire, ma: niente di più facile, visto il livello di consapevolezza tecnica) per accedere ad un sito web non possono più rigenerarla perché hanno perso l’accesso alla casella di mail e quindi sono condannati a stare fuori dal sito finché quelli di italiaonline non riaprono.

Non siamo più negli anni 90 quando internet era un bel giochino, usavi 20 minuti del tuo tempo per scaricare la foto di un culo col modem a 14.400 e ti creavi un simpatico e trendy indirizzo
belopizelone@jumpy.it.

Adesso il digitale é un sistema di asset fondamentali che ti sono indispensabili sia per la tua vita personale che per quella
professionale e che ti devi rassegnare a seguire e mantenere con estrema cura.

Se hai una partita IVA non puoi non capire queste cose.

Te lo ripeto: se hai una partita IVA e non capisci queste cose chiudila e vai a lavorare al catasto.

Anche a me sta sui coglioni il digitale, ma questa è l’epoca in cui siamo chiamati a vivere e non possiamo non farci i conti.

Chi riuscirà a farli per primo anzi ne sarà molto avvantaggiato rispetto a tutti gli altri.

Spero che il tuo senso di imprenditore o professionista si sia risvegliato leggendo questo post.

See you down the road.

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