La maggior parte degli avvocati si trova in costante burn-out: uno stato di profonda prostrazione ed esaurimento di energie, che rende sempre più difficile non solo svolgere in modo efficiente e con piacere il proprio lavoro, ma anche vivere la propria vita fuori dallo stesso.
Il secondo pilastro del mio coaching per gli avvocati é il counseling, cioè il lavoro spirituale, quello sull’anima, di cui, accanto a marketing e uso delle tecnologie, c’è molto bisogno.
Perché accade questo? E soprattutto che cosa si può fare?
- L’avvocatura è un lavoro stressante: tra le udienze, le scadenze e la necessità di tenere sempre alto il livello di professionalità, è normale che gli avvocati siano soggetti a stress e stanchezza.
- La cultura del “tutto e subito”: i clienti spesso richiedono risultati immediati e, anche se gli avvocati sanno che non è sempre possibile, si sentono comunque in dovere di soddisfare queste aspettative.
- La pressione della concorrenza: con così tanti avvocati che lavorano sullo stesso caso, è facile sentirsi sotto pressione per fare sempre meglio e conquistare il cliente.
- Le interminabili giornate di lavoro: l’avvocatura richiede molte ore di lavoro, soprattutto quando ci sono scadenze imminenti o udienze importanti.
- La mancanza di supporto: molti avvocati lavorano in studio da soli o in piccoli team, il che significa che non hanno sempre una rete di supporto a cui rivolgersi quando hanno bisogno di una pausa o di una parola di conforto.
- La difficoltà di conciliare la vita privata e il lavoro: con così tante responsabilità sul lavoro, spesso gli avvocati fanno fatica a trovare il tempo per la loro vita privata, il che può portare a ulteriore stress e stanchezza.
- La natura emotiva del lavoro: affrontare casi difficili e ascoltare le storie di persone che attraversano momenti difficili può essere emotivamente pesante per gli avvocati, soprattutto se devono mantenere una certa distanza per fare il loro lavoro in modo efficiente.
In conclusione, gli avvocati sono in costante burn-out a causa della combinazione di un lavoro stressante, della pressione della concorrenza, della mancanza di supporto e della difficoltà di conciliare la vita privata con il lavoro.
La buona notizia è che ci sono letteralmente centinaia di cose da fare per tornare a svolgere questa professione in modo sia efficiente che, soprattutto, gradevole, come ad esempio imparare a padroneggiare bene le tecnologie necessarie, adottare una politica di tariffazione efficiente, instaurare un metodo funzionale di relazionarsi coi clienti e così via.
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